Mela Annurca bio

La Regina delle mele sin dall'epoca preromana

Tracce della coltivazione e della raccolta della mela annurca sono state trovate in documenti e iscrizioni risalenti addirittura all’epoca preromana, quando nelle pianure campane dominavano gli Osci. In alcuni dipinti della Casa dei Cervi, negli Scavi di Ercolano, sono raffigurate delle mele annurche, di cui ha parlato anche Plinio il Vecchio che l’ha definita “Mala Orcula” in quanto originaria della zona del Lago di Averno, presso Pozzuoli, dove secondo i Romani avevano sede gli Inferi. Col passare degli anni e dei secoli la mela degli inferi, brutta nell’aspetto e rossa come il sangue ma dolcissima e saporita e dagli eccezionali benefici per la salute e per il corpo, si è trasformata nella vulgata popolare in anorcola, annorcola, fino a melannurca e quindi a mela annurca. L’IGP, marchio attribuitole nel XX secolo, indica nelle zone del Vesuviano, nel Casertano e in parte del Salernitano le zone di produzione, oltre a quella originaria di Pozzuoli e dintorni. Giugliano, in provincia di Napoli, è conosciuta come la “Città della Mela Annurca“.

L’Annurca è un’antichissima cultivar di mele originaria dell’Italia meridionale ed è uno dei simboli della Regione Campania e della “Campania Felix”, dove erano originariamente coltivati ​​(come mostrato dal dipinto ad affresco nella Casa dei Cervi di Ercolano, la città romana distrutta da l’eruzione del Vesuvio più di due millenni fa). La particolarità del processo di maturazione, eseguito sul terreno quando i frutti non sono ancora completamente maturi, li ha resi famosi nei tempi antichi quando anche Plinio il Vecchio ne scrisse nella sua Naturalis Historia durante il I secolo a.C. Il processo si basa sulla conservazione delle mele su una superficie morbida come letti di paglia e altri materiali vegetali secchi per completare la maturazione e quindi ruotarle manualmente per realizzare l’arrossamento all’ombra. Successivamente, le mele vengono ricoperte di paglia, rami di castagno e terra per preservare i frutti. A causa della particolare procedura di estrazione delle mele da terra e grazie alla capacità di questa particolare cultivar di resistere a un anno a temperatura ambiente, il nome di questa cultivar è cambiato così spesso nel corso dei secoli, raggiungendo il termine Annurca (in cui “Ann “Significa annuale o annuale e” Urca “significa orco a causa del processo di raccolta dal suolo). Il termine “orco” fu adottato perché le antiche popolazioni credevano che l’ingresso all’inferno fosse a Pozzuoli, sul Lago d’Averno, dove si suppone che le mele Annurca fossero nate.

Il frutto ha una polpa bianca, soda e croccante, un aroma dolce e un gusto piacevolmente acido. Il contenuto di vitamine (B1, B2, PP e C) e minerali (K, Mg, Fe, P) è molto elevato e l’ottimo rapporto acido / zucchero combinato con una buona quantità di fibre rende queste mele consigliate anche nelle diete per diabetici . In effetti, le proprietà organolettiche uniche delle mele Annurca hanno attirato la curiosità della comunità scientifica, che negli ultimi anni ha pubblicato diversi lavori sugli effetti benefici di questo frutto, effettivamente utilizzati nelle terapie per prevenire la caduta dei capelli e l’accumulo di colesterolo. Questa cultivar è ora elencata nell’Arca del Gusto come un unico Slow Food culturale e tradizionale locale e gode dello status di Indicazione Geografica Protetta all’interno dell’Unione Europea. E’ quindi un prodotto agricolo ortofrutticolo tipico delle nostre zone e delle terre campane ma la ns. Azienda è l’unica in Campania a coltivarle biologiche.

La coltiviamo da oltre quattro generazioni con la consapevolezza che deve essere: dolce, acidula, croccante. Altrimenti non è la nostra mela annurca!

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